La Legge Confidi, nome con il quale viene comunemente indicato il Dl 326 del 2003, ha disciplinato la garanzia collettiva dei fidi e le attività connesse.
I Confidi si affiancano oggi alle banche e alle assicurazioni, aumentando le opportunità per il contribuente di offrire garanzie all’erario. Questa novità va a sommarsi a quelle già introdotte dalla Legge Finanziaria del 2008, in relazione a rateizzazioni, conciliazioni e rimborsi. L’attività dei Confidi consiste essenzialmente nell’offrire garanzie per quanto riguarda i mutui e i finanziamenti concessi dalle banche alle piccole e medie imprese.
I Confidi, in breve, sono consorzi, ovvero società cooperative, che si occupano della garanzia collettiva dei fidi. Le risorse di tali attività provengono esclusivamente delle imprese che fanno parte del consorzio. Possono essere definiti come dei soggetti che si impegnano per favorire e rendere accessibile alle imprese il credito bancario. Questa attività viene supportata dal Legislatore, in quanto riesce a contrastare in maniera efficace l’usura e altre attività analoghe.
L’iscrizione all’elenco generale degli intermediari finanziari è stata permessa proprio dalla Legge Confidi. La norma prevede che i consorzi debbano sottoporsi costantemente alla vigilanza da parte della Banca d’Italia. Come tutti gli altri intermediari finanziari che fanno parte di questo elenco, dunque, anche i Confidi vengono tenuti sotto controllo per quanto riguarda l’assetto patrimoniale e le attività svolte. Sono previsti anche dei requisiti per l’iscrizione all’elenco degli intermediari: il consorzio, nello specifico, deve avere un capitale sociale uguale o superiore a 100 000 euro; il patrimonio netto, invece, deve attestarsi sui 250 000 euro o su cifre superiori.
Nel complesso, ciascuna impresa non deve possedere oltre un quinto del capitale oppure del fondo consortile. Bisogna ricordare, inoltre, che i Confidi nella maggior parte dei casi possono offrire garanzie soltanto ai soci o, comunque, a piccole e medie imprese. Per quanto riguarda la definizione di PMI, è possibile fare riferimento al Regolamento sugli aiuti di Stato 800/2008; secondo questo, per definirsi piccola o media impresa, una società deve avere un fatturato annuo inferiore ai 50 milioni di euro e occupare non più di 250 persone. Le imprese che rispondono a tali requisiti, in conclusione, possono offrire garanzie al fisco attraverso i Confidi.